Da nessuna scuola siracusana è stato finora celebrato il 2300° anno della nascita di Archimede come è stato celebrato a Catania dall’Istituto Tecnico di viale Regina Margherita 22, intitolato proprio al sommo e geniale scienziato siracusano Archimede, al quale per iniziativa della dinamica dirigente prof.ssa Fortunata Daniela Vetri, del Consiglio d’Istituto e con la collaborazione degli stessi studenti è stato dedicato l’importante convegno svoltosi il 7 e il 9 novembre scorso.
Ad esso sono intervenuti nell’aula magna dell’Istituto, gremita di studenti degli ultimi corsi, affiancati da una rappresentanza di studenti dell’anno 1883, le maggiori autorità cittadine, tra cui lo stesso sindaco Enzo Bianco, nonché i rappresentanti del mondo culturale e scientifico, di Catania, laddove al convegno tenutosi recentemente al palazzo del Comune aretuseo, durato un paio d’ore, delle autorità si è visto semplicemente l’assessore alle Problematiche Scolastiche, prof. Lo Giudice e un numero piuttosto sparuto di studenti d’un istituto scolastico siracusano….
Motivo d’orgoglio, comunque, per i Siracusani, è stato indubbiamente il fatto che tra i quattro relatori che sabato scorso hanno tenuto delle autentiche lezioni sulla così poliedrica personalità e sulle più meravigliose induzioni dell’insigne genio siracusano Archimede, vi sono stati due docenti siracusani.
Il primo è stato il prof. Gioachinpaolo Tortorici, direttore dell’Archisir, uno dei più noti conoscitori della figura e delle opere di Archimede, nonché il più attivo nel farlo conoscere sia attraverso le pubblicazioni, sia attraverso le iniziative riguardanti l’incentivazione delle stesse conoscenze del genio d’Archimede: egli stesso è stato l’organizzatore del recente convegno archimedeo a Siracusa, come pure uno dei referenti più quotati e stimati, su cui l’Istituto Tecnico Archimede ha fatto leva per l’organizzazione e la migliore riuscita
dello stesso convegno etneo: è stato egli stesso a tenere la lectio magna dopo l’interessante introduzione fatta dalla stessa Dirigente prof.ssa Fortunata Daniela Vetri. Tra l’altro egli ha affermato che, con altre personalità della scienza e della cultura, come qualcuno degli stessi relatori presenti ha invitato il Presidente della Regione siciliana a “portare avanti una serie di iniziative per far sì che venga maggiormente alimentato nelle scuole, nei giovani, l’orgoglio di essere i conterranei, i nipoti di quel sommo scienziato e di esserne degni attraverso la loro formazione di oggi, la loro attività di domani con la riscoperta personale, cioè con lo spirito di osservazione profonda perché in ognuno di noi c’è sempre un genio, una tendenza straordinaria che può rivelarsi guardando con occhi nuovi la realtà”. Si è quindi intrattenuto a spiegare perché Archimede è considerato da tutti un vero protagonista della tecnologia, della scienza dei nostri giorni, nonché della sinergia nell’applicazione, come egli faceva con gli altri uomini di scienza suoi coetanei, come Democrito.
L’altra relatrice siracusana è stata la prof.ssa Jiosette Immè, coordinatrice nazionale PLS- Fisica, figlia del dott. Immè, il cui figlio Filippo fu mio alunno al liceo scientifico Corbino, che io portai al convegno pirandelliano ad Agrigento assieme ad altri suoi compagni di classe, assieme ai quali a Grottasanta e al palazzo Vermexio recitò il mio oratorio sacro su “I magnifici 7 di Firenze”.
Senza dire che c’era pure un terzo siracusano, il prof. Carlo Morrone, ben noto e stimato anche a Catania, presente al Convegno Archimedeo, che in questa circostanza ha rappresentato l’editoria aretusea, che ha pubblicato anche le opere di diversi autori che hanno scritto su Archimede nonché le cartoline per la speciale affrancatura concessa dalle Poste Italiane per l’anno archimedeo. D’un quarto siracusano, Diego Barucco, scrittore e fotografo occupante la macchina proprio dell’editore Carlo Morrone che ci ha portato al convegno etneo, parlerò fra qualche giorno quando recensirò il suo “diario di viaggio: La Sicilia dimenticata”.
Un quarto di siracusanità potremmo addirittura considerare che abbia anche il terzo relatore, il chiarissimo prof. Giacinto Taibi, del dipartimento Architettura e progettazione dell’Università di Catania, la cui facoltà risiede nella città aretusea, dove è chiaro che è molto conosciuto e moltissimo stimato, sia per la profondità del suo sapere, sia per la sua distinta personalità, sia per il suo esemplare modo di relazionarsi tanto con i colleghi quanto con gli stessi studenti universitari : la sua magna lectio sabato scorso al convegno etneo nell’istituto tecnico Archimede stesso l’ha tenuta agli attentissimi ascoltatori ai quali ha spiegato (e con quale straordinaria chiarezza, servendosi soprattutto della schematizzazione fatta alla lavagna!) che l’origine e il significato dei frattali risale a dei concetti specifici del sommo scienziato siracusano Archimede.
La dirigente-moderatrice, dopo di avere presentato i quattro relatori, ha presentato il rappresentante d’ un gruppo di ex studenti dell’Istituto Tecnico Archimede che lo frequentarono esattamente trent’anni addietro, nel 1983, e si sono affermati nel mondo dell’attività operativa, quindi hanno inteso partecipare all’importante convegno per affermare quanto quest’Istituto abbia contribuito alla loro formazione e quindi alla loro affermazione. Lei ha ancora tenuto a sottolineare che ogni anno si scoprono sempre nuove notizie, nuovi documenti sugli studi, le invenzioni, le relazioni del sommo scienziato con i colleghi del suo tempo e si può quindi considerare “una meravigliosa fabbrica di idee che vengono ad accrescere le conoscenze non solo di noi Italiani, ma anche di tanti uomini di scienza di tutto il mondo”. Se ancora Siracusa non ha espresso tutto quanto deve per il suo più illustre figlio, ha ancora tempo per farlo!