Specchi ustori

specchi ustoriNell’immaginario collettivo, gli specchi ustori sono legati alla difesa di Siracusa durante l’assedio dei romani ed alla figura di Archimede come ideatore di essi.

Probabilmente il reale utilizzo degli specchi ustori è frutto di leggende. Fino all’anno mille nessun scrittore ha mai riportato l’utilizzo degli specchi ustori in antiche battaglie. E’ probabile che questa leggenda, arrivata sino ai giorni nostri, sia frutto di frammenti di un’opera di Archimede (a noi non pervenuta) unita a successivi esperimenti condotti da altri scienziati posteriori a lui.
Leggenda vuole che, su consiglio di Archimede, alcune centinaia di Siracusane (con i loro specchi) abbiano riflesso i raggi del sole su particolari punti delle navi nemiche , mentre alcuni soldati lanciavano sopra il riflesso luminoso lance con materiali incendiari.
Antemio di Tralle (VI sec. d.C.) ed altri autori medievali ci descrivono degli specchi piani che si facevano convergere o divergere per mezzo di corde, in modo da riflettere i raggi del sole su un pannello centrale. Il fascio di luce, che si otteneva convogliando i raggi, veniva direzionato verso le navi. Per raggiungere l’effetto, occorreva disporre più specchi direzionati verso un’unica area. Era inoltre necessario che, le navi da colpire, si trovassero “ad un tiro d’arco”.
In periodo archimedeo esistevano già gli specchi parabolici. Gli antichi sapevano che lo specchio parabolico fa convergere i raggi solari verso un punto detto fuoco e che il fuoco, opportunamente direzionato, è in grado di incendiare oggetti. Sappiamo che Archimede ha studiato alcune proprietà importanti della parabola e che nel II sec. a.C. venivano utilizzati in campo medico speciali specchi ustori parabolici per disinfettare e causticare col calore le ferite Non possiamo comunque pensare che con degli specchi parabolici Archimede potesse bruciare delle navi.

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